Il prezioso e ricco contributo di Luciano Vale

Da bambino, abitando a due passi dal Santuario, frequentavo l’ambiente e con la mia famiglia andavo a messa proprio a S. Antonio.

La chiesa era sempre molto piena di fedeli e mio padre amava seguire la funzione nel corridoio delle P.G.R.. “Per Grazia Ricevuta” erano quadri di ogni grandezza e dipinti con diverse tecniche, posti sulle pareti del corridoio e io, durante la messa, guardavo queste figure, questi attimi di vita fissati nei quadri.

Invito quanti non lo conoscono a leggere il libro “GLI EX-VOTO DEL SANTUARIO DI S. ANTONIO DI GEMONA DEL FRIULI”, a cura di Andreina Ciceri, edito  dalla SOCIETA’ FILOLOGICA FRIULANA nel 1989.

Nella raccolta degli ex-voto troviamo pure un quadro di Eugenio Boezio (Pecol), illustrante il “miracolo” accaduto a Gemona nel 1950, nel cortile dei “Crichiut” con protagonista l’amico Silvano Contessi (pag. 71).

Ho un bellissimo ricordo di quegli anni, anche perché mio papà appoggiava le sue mani sulle mie spalle: forse per tenermi fermo o semplicemente per una dimostrazione d’affetto!

Poi sono cresciuto e ho cominciato a frequentare il Duomo.

Cantavo nel coro e quindi era ovvio partecipassi anche alle sacre funzioni e alle celebrazioni liturgiche della parrocchia di Santa Maria Assunta.

Il convento, il Santuario e la comunità dei frati Francescani li ho ritrovati con le mie ricerche e con le raccolte di fotografie e cartoline dedicate a S. Antonio.

Pezzini (Milano)

Due momenti in particolare: il VII centenario della morte del Santo nel 1931 (Lisbona 15 agosto 1195 – Padova 13 giugno 1231) e la conseguente partecipazione del gruppo del Dopolavoro “Pro Glemona” alla sagra folcloristica a Padova.

Il gruppo gemonese aveva anni prima partecipato al raduno di Venezia del 18/19 AGOSTO 1928**.

Forse le notizie riportate dai corrispondenti locali si ripetono e lo stesso avvenimento viene ricordato più volte, ma ho voluto comunque riportare gran parte del materiale perché è materiale prezioso soprattutto per i giovani che leggono forse per la prima volta “la storia del primo novecento gemonese”.

Le notizie sono tratte da “La Patria del Friuli” e dal “Il Giornale del Friuli” quotidiani dell’epoca.

Le riproduzioni delle cartoline e delle fotografie fanno parte dell’ “Archivio della Memoria”, che il Circolo Filatelico Numismatico Gemonese – Collezionisti di Memorie ha iniziato a realizzare diversi anni fa, grazie anche alla disponibilità di alcuni concittadini, che hanno messo a disposizione del Circolo i loro archivi privati.

Pezzini (Milano)

**IL GIORNALE DEL FRIULI  26/8/1928

Echi della adunata dei costumi del Dopolavoro gemonese

Raduno Venezia del 18-19 agosto 1928 VI.

Non si sono spente ancora la voci dei più favorevoli commenti intorno alla riuscita manifestazione del Dopolavoro locale cui presiede con intelletto e con intera dedizione il giovane avv. Luigi Fedrigo Perissutti. Ieri sera, in una cordiale riunione tenutasi al Teatro Sociale, furono rievocate le belle ore trascorse nella regina della laguna. Il presidente, con felice parola, ringraziò tutti i collaboratori e tutti i dopolavoristi dell’opera prestata che ritorna a loro onore ed ad onore della città che vanta figli tanto laboriosi e amanti delle manifestazioni artistiche che servono ad elevare ed ingentilire l’animo. Fu pubblicato anche un libretto in ricca veste uscito dallo stabilimento tipografico Toso, che riporta nitidamente i cenni illustrativi del gruppo storico, con la rievocazione dei costumi trecenteschi gemonesi e la storia del folclore friulano con le poesie in vernacolo cantate al raduno. Il tutto intercalato da riuscitissime vedute del paesaggio e dei palazzi storici tuttora esistenti nella nostra città medioevale. Copie della pregevole edizione furono presentate a S. E. Turati, al podestà di Venezia, al comitato che ne ammirarono la compilazione e il contenuto. Al segretario del Partito fu pure offerto un brando, una pergamena, finissimo lavoro di artisti locali, con la significativa dedica, dettata dall’avv. Luigi Perissutti: “A S. E. Augusto Tirati – primo dopolavorista d’Italia – il Dopolavoro gemonese – presente alla suggestiva rievocazione – dei costumi e tradizioni della stirpe – la simbolica spada – qual segno di forza e di comando – offre – con devota ammirazione – assicurando – fascista fermezza d’intenti – friulano fervore d’opere – nel luminoso miraggio – della rinnovantesi grandezza – di Roma“.

Al podestà della città dei Dogi il dono della simbolica chiave fu accompagnato pure con una pergamena artistica la cui dedica fu dettata dal prof. Giacomo Baldissera.

Dice “Il Dopolavoro di Gemona – memore della secolare concordia e fedeltà del patrio Comune – alla potente Regina dell’Adriatico – rievocando il gesto di devoto omaggio – al Serenissimo Doge – quale simbolo d’immutato attaccamento – all’invitta bandiera di S. Marco – umilmente – all’odierno rappresentante – dinobil gloria – co. comm. Pietro Orsi – la chiave dello storico castello – offre“.

Nella seduta tenutasi, rallegrata da un rinfresco, fu stabilito, con ferma decisione, di partecipare ai raduni di settembre e fu deliberato di dare qui una rappresentazione di gala sul campo sportivo Simonetti il giorno 2 settembre venturo. Fu letto ai dopolavoristi il telegramma trasmesso dall’avv. comm. Pellegrini, ideatore e segretario del raduno: “A nome Eccellenza Turati ringrazio vivamente per magnifico dono offertogli“. Il telegramma fu salutato da un vivo applauso.

IL GIORNALE DEL FRIULI  15/5/1931

Solenni festeggiamenti al Santuario di S. Antonio

Foto di Piazza

Per la celebrazione del VII° centenario antoniano presso il santuario di Sant’Antonio di Gemona, così caro al cuore dei friulani tutti, si preparano solenni festeggiamenti religiosi che si apriranno il 31 con., ultima domenica di maggio. Avranno luogo devoti e imponenti pellegrinaggi dalla forania di Gemona e da quelle circostanti, nonché da Tolmezzo, dalla Carnia, da Udine e da tutti i più importanti centri della diocesi. Tutti i devoti del grande Santo potranno affluire all’antico e venerato santuario consacrato dal soggiorno del grande Taumaturgo nel 1227. I padri minori, custodi del santuario, sono impegnatissimi perché tutto riesca a decoro della città di Gemona che ebbe ed ha così bel privilegio. Sappiamo che in questi giorni sono state inoltrate pratiche dirette ad ottenere sensibili riduzioni ferroviarie su tutte le linee del Friuli per agevolare l’affluenza dei fedeli al santuario di Gemona durante tutto il periodo dei festeggiamenti che dureranno da giugno a settembre e che si apriranno appunto con la tredicina di solenne predicazione e lo sfarzoso addobbo del santuario il 31 con. e proseguiranno per tutti i tredici martedì che seguono la festa del Santo e cioè a tutto settembre stesso. S. E. mons. Arcivescovo ha diretto a padre Scarpa, guardiano del convento di Gemona, una nobile lettera.

IL GIORNALE DEL FRIULI  26/5/1931

Per il centenario Antoniano

L’altro giorno si è tenuta presso il convento dei frati minori la prima adunanza del comitato esecutivo per i festeggiamenti indetti in occasione dell’anno centenario antoniano. Fu preso atto che ben dodici pellegrinaggi sono stati fissati per celebrare al santuario di S. Antonio la fausta data che richiama ai piedi dell’altare del grande Taumaturgo le folle di tutto il mondo. Fu anche rilevata con generale compiacimento la bellezza artistica del quadro dipinto dal prof. Barazzutti, raffigurante la gloria di S. Antonio ed esposto alla venerazione dei fedeli nel mezzo del santuario. I grandi festeggiamenti indetti per la celebrazione antoniana culmineranno il giorno 13 giugno in cui S. E. mons. Arcivescovo farà solenne pontificale e parteciperà alla grande processione dopo la quale impartirà la solenne benedizione alla città e al popolo. L’apertura ai pellegrinaggi sarà data dalla veneranda pieve matrice di Gemona, la quale il giorno 31 corrente interverrà compatta al pio pellegrinaggio al santuario. con in testa mons. arciprete. Il giorno 15 giugno avrà svolgimento la festa dei gigli. Il santuario è meta di continue masse di fedeli.

IL GIORNALE DEL FRIULI  2/6/1931

Grandi pellegrinaggi al Santuario

Casa del Pellegrino nel Santuario di Sant’Antonio Foto Edizioni – Silvio Janovitz Udine

Domenica 31 maggio e ieri 1° giugno, la nostra cittadina ha visto affluire i primi pellegrinaggi di fedeli al santuario di S. Antonio. Autocorriere, automobili e i treni hanno riversato centinaia e centinaia di devoti, rendendo la città alquanto animata. I frati francescani hanno preparato con le autorità locali grandi festeggiamenti, per i giorni della fiera e della sagra. Da Venezia sono giunti due addobbatori specialisti per il drappeggio, per una fantastica illuminazione interna ed esterna del tempio. Domenica scorsa si sono iniziate le funzioni di grande solennità. D’ora innanzi ogni giorno avranno luogo cerimonie religiose particolari per i pellegrini provenienti da tutta la provincia e dalle province viciniori. Sarà tenuta in questa occasione anche la grande pesca di beneficenza del Dopolavoro.

IL GIORNALE DEL FRIULI  7/6/1931  

Riunione del comitato esecutivo per le festa antoniane

Il R. P. Filippo Scarpa, guardiano del convento di S. Antonio, ha riunito i membri del comitato esecutivo M. R. don Francesco Pittuello vicario, R. P. Agostino Quaria segretario del comitato, cav. Carlo Rossini,  prof. Giuseppe Barazzutti, U. Fant centurione MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), Guido Fantoni primo fabbriciere del santuario, Giuseppe Londero, Giacomo Falomo, Nicolò Venturini, Adriano Morgante, Giacomo Toso, Pio Zearo, Carlo Elia, per concretare il programma dei festeggiamenti da farsi in questi mesi delle ricorrenti grandi solennità. Il comitato ha sentito la relazione del padre guardiano su quanto è stato fatto e su quanto si dovrà fare. È stato deciso di preparare la vigilia della sagra una grande manifestazione pirotecnica, che supererà di molto i fuochi artificiali annuali. In una domenica ancora da decidersi sarà tenuto nel tempio un grandioso spettacolo corale polifonico da parte del famoso gruppo corale “Tomadini” di Cividale, che ottenne grandi successi a Roma, Milano, Venezia ed altre grandi città d’Italia. È stato stabilito di intensificare la raccolta dei mezzi finanziari per attuare tutto il grande programma che culminerà con la grande esposizione artistico agricola industriale commerciale del mese di settembre. Il padre guardiano ha quindi offerto una bellissima serie di cartoline del santuario, ricordo delle feste centenarie antoniane. La seduta, dopo l’ammirazione della splendida illuminazione interna ed esterna del tempio, è stata tolta tra i migliori propositi.

L’industria per l’esposizione

Il sig. Giacomo Falomo, presidente del comitato per l’industria, rivolge il seguente appello agli industriali e commercianti. “Gemona vuole celebrare il VII centenario antoniano anche con una mostra d’arte e dell’artigianato, nonché dell’agricoltura, industria e istruzione. Rivolgo pertanto viva preghiera alla S. V. affinché voglia, per quell’attaccamento alla terra nativa insito in ciascuno di noi friulani, dare l’ambita sua adesione e concorrere alla mostra con qualche opera od anche con documentazione fotografica di opere eseguite, al fine di valorizzare maggiormente la geniale operosità dei nostri artisti e la intelligente tenacia dei nostri industriali. Grato fin d’ora alla S. V. se vorrà concorrere a questa valorizzazione dell’operosità friulana anticipo i più sentiti ringraziamenti“.

Le conferenze dei frati francescani

Ogni sera e nei giorni festivi nel pomeriggio, hanno luogo le vibranti conferenze dei nostri frati francescani in onore del VII centenario della morte del Santo Taumaturgo. Vi assiste seralmente una grande quantità di gente.

Il santuario continua ad essere ogni giorno invaso da folla di fedeli.

IL GIORNALE DEL FRIULI 9/6/1931

I dati del censimento

La popolazione dei singoli comuni – La R. Prefettura ci ha comunicato i dati del censimento ripartiti nei 174 Comuni della provincia e dai quali risulta la popolazione residente o legale al 21 aprile 1931 – IX. Ne diamo l’elenco avvertendo che la prima cifra rappresenta la popolazione rilevata dal censimento del 1 ° dicembre 1921 e la seconda cifra rappresenta la popolazione rilevata dal censimento del 21 aprile di questo anno … omissis …

Gemona – 12339 12552  … omissis …

IL GIORNALE DEL FRIULI 11/6/1931

Grandiosi fuochi artificiali

La sera della vigilia della sagra di S. Antonio, venerdì 12 giugno, avrà luogo a Gemona un grande spettacolo pirotecnico preparato dalla ditta Del Zotto.

IL GIORNALE DEL FRIULI 12/6/1931

Grande spettacolo pirotecnico

Stasera alle ore 21 avrà inizio il grande spettacolo pirotecnico nel piazzale di S. Antonio oltre all’apparizione del Santo fra sfolgorio di luci, sarà riprodotto un combattimento del Carso. Seguiranno girandole, piogge d’oro, d’argento e una fantasmagorica illuminazione esterna ed interna del santuario. Terrà concerto la banda della legione alpina.

IL GIORNALE DEL FRIULI 13/6/1931

Il Dopolavoro andrà a Padova

Il comitato organizzatore dei grandi festeggiamenti antoniani di Padova, conoscendo la fama del locale gruppo folcloristico e corale, ha invitato questo a portarsi il giorno 21 giugno a Padova, per parteciparvi al grande raduno indetto da quella città. L’onore concesso al nostro Dopolavoro renderà fieri i concittadini, che vedono affermarsi nuovamente questa istituzione.

Ribassi per i pellegrinaggi al Santuario

I padri francescani custodi del santuario, avvertono che è stato ottenuto dalle Ferrovie dello Stato il ribasso del 30% a tutte le comitive non inferiori a 30 persone che da qualunque parte della Provincia di Udine vengono al santuario da giugno a tutto settembre. Le comitive sono pregate di dare avviso al santuario 15 giorni prima.

Grande fiera di S. Antonio

Oggi si svolgerà l’annuale grande fiera di S. Antonio. La piazza del Ferro è gremita di giostre, di tiri a segno, di baracconi tentatrici, di fotografi ambulanti, di altalene. Oggi tutto un frastuono farà battere le mani di gioia ai bambini che attendono questa festa estiva con il noto entusiasmo infantile. Anche le strade sono zeppe di merciai d’ogni qualità che si fanno la concorrenza vociando, e chi più la dura più la vince. Quest’anno la fiera assumerà una più grande imponenza per i grandi pellegrinaggi che vi hanno luogo in onore del settimo centenario della morte del Santo. Un altro luogo di fiera è il piazzale di S. Antonio; qui è la fiera religiosa dove si vendono fotografie, santi, mille e mille oggetti che saranno conservati dai fedeli come cari ricordi di questo giorno solenne dell’anno 1931. Il Friuli religioso s’è dato qui oggi convegno e questa festa onorerà altamente Gemona, religiosa e fascista.

Teatro Sociale

Una novità per Gemona che coincide con la sagra del 13 giugno, è l’installamento del macchinario per lo svolgimento del film sonoro, parlato, cantato in italiano. Le rappresentazioni avranno inizio nella stessa mattinata e continueranno per tutta la giornata.

IL GIORNALE DEL FRIULI 16/6/1931

L’apoteosi del Santo Taumaturgo

Ondate e sopra ondate di folla di fedeli venuti da tutta la Provincia per rendere gli onori al Santo che qui ebbe per alcun tempo dimora nel luogo dove sorge il santuario. Le messe si susseguirono incessantemente dalle prime luci dell’alba in poi; dentro e fuori la chiesa, per soddisfare anche la folla che sostò nel piazzale del santuario, senza potervi entrare per la grande ressa. L’arcivescovo mons. Nogara pontificò e pronunciò una omelia ascoltata devotamente dai fedeli. La vita del Santo che tutto il mondo onora fu riesumata in tutta la sua storia e in tutta la sua mistica verità. Venerdì sera lo spettacolo pirotecnico, preparato dalla ditta Del Zotto, fu ammiratissimo e il concerto della 55a legione alpina friulana fu applauditissimo. Le autorità resero sabato 13 gli omaggi a S. E. l’Arcivescovo, che ringraziò gli intervenuti. Il padre guardiano don Scarpa, resosi interprete dei sentimenti altamente religiosi delle nostre autorità politiche, militari e civili, porse i più fervidi ringraziamenti all’arcivescovo.

Fu servito quindi dalla ditta Falomo uno squisito rinfresco.

IL GIORNALE DEL FRIULI 17/6/1931

Il Dopolavoro “Pro Glemona” alla sagra folcloristica di Padova

Gemona, all’ombra del turrito castello, ricca di storia, culla dell’artigianato, fino dai tempi più remoti, in ogni manifestazione, ha sempre rievocate le tradizioni degli avi. L’OND (L’Opera Nazionale Dopolavoro) continuatrice della benemerita “Pro Glemona” nei recenti raduni di Venezia** e di Roma, nei concorsi provinciali, ha sempre conseguite le massime onorificenze.

Le tradizionali mascherate, allestite spontaneamente dagli artigiani inoperosi nell’inverno, per la lussuosa ed impeccabile decorazione dei carri, per l’arguzia dei soggetti, per la festosa vivacità dei componenti, sono sempre ammirate da una immensa folla convenuta da ogni parte della Provincia. L’OND di Padova per queste artistiche tradizioni ha ora invitato alla sagra folcloristica che avrà luogo alla fiera campionaria il 20 giugno, in rappresentanza del Friuli, il corpo folcloristico di Gemona e il magnifico coro Tomadini di Cividale. La delicatezza del momento poteva sembrare una difficoltà insormontabile alla realizzazione del cordiale invito patavino, particolarmente a chi conosceva le ristrettezze finanziarie della nostra sezione, ma spontaneamente i dopolavoristi partecipanti (autentici operai) si sono impegnati ad integrare personalmente la deficienza del piano finanziario deliberando di portarsi colazione al sacco. Così la sezione sarà sollevata da qualsiasi peso e potrà per virtù e per merito dei propri tesserati continuare nell’ambito onore di rappresentare oltre Provincia la nostra piccola Patria. Appoggiato anche incondizionatamente dal podestà cav. Giuseppe Stroili, dal segretario politico sig. Armellini e dal console cav. Alberto Liuzzi, Il Dopolavoro gemonese sarà a Padova al raduno del 20 giugno: le tradizioni passate danno certo affidamento che il nome di Gemona sarà acclamato per le sue danze composte e simpatiche, per la sua orchestra briosa e per il suo coro vivace ed espressivo. Il maestro Vriz amato ed impareggiabile istruttore di masse, sta alacremente ultimando la preparazione dei cori e della musica, il sig. Giovanni Faleschini brillantissimo folclorista che tanta simpatia raccoglie a Gemona e nel Friuli tutto, sta perfezionando un magnifico corpo di ballo coadiuvatore della giornata gemonese di Padova saranno il direttore didattico E. Amilcare Zumino, il prof. G. Barazzutti ed il cav. Carlo Rossini sempre presenti dov’è lavoro per il buon nome di Gemona, il rag. Ursella, direttore generale della partecipazione, tempra friulana di tenacia realizzatrice ed i preziosi Gigi Sartori, Andrea Castellani, Tuti Valentino, Mario Perissutti. La partecipazione degli insostituibili Elio Morgante, Gigi Tolazzi, Pietro Boezio, Gigi Siega, rappresenta in sintesi l’amore dei gemonesi di tener alto il nome del Friuli ogni qualvolta s’impegna oltre i confini della piccola Patria. E di questo nobile sentimento verso la natia terra il vice presidente ing. Raffaelli ha avuto qualche significativa prova che lo sorregge nella sua opera ed anzi contro la volontà dei benefattori va segnalata. Il cav. dott. Palese ha voluto contribuire per la riuscita della partecipazione con la somma di lire 50. Il sig. Achille Fantoni, proprietario del mobilificio omonimo, ha donato una giornata di salario ai suoi operai partecipanti al raduno. Gigi Sartori ha versato la quota di partecipazione per un dopolavorista bisognoso.

E di contro a questi munifici gesti non vi può essere che una volontà di ben prepararsi e di ben figurare: la cronaca del successo gemonese nel raduno patavino sarà il miglior ringraziamento che i dopolavoristi potranno dare ai loro sostenitori.

E con questi incoraggiamenti pieni di particolare significato, la vecchia “Pro Glemona” vive una intensa settimana di preparazione dopolavoristica di puro stile fascista: l’operaio dei campi e dell’officina, l’artiere e l’impiegato fraternizzano nella comune fatica per degnamente rappresentare nella città degli studi due nomi cari: il Friuli e Gemona.

La classe abbiente locale non potrà appartarsi da questa ideale fatica e come sempre sorreggerà l’iniziativa.

Atti encomiabili per il Dopolavoro

Si avvicina il giorno della partenza del nostro Dopolavoro per Padova, dove è chiamato a tenere alto il nome del Friuli nel grande raduno folcloristico che avrà luogo alla fiera campionaria il giorno 21 corrente. La cittadinanza che vibra all’unisono con le istituzioni del regime, continua a dare prove di simpatia verso questa istituzione operaia, la quale congiunge tutte le classi sociali, a scopo di elevazione e di progresso. La sezione del fascio ha erogato lire 100, per agevolare il Dopolavoro in questa manifestazione di grande importanza nazionale.

Il sig. Ezio de Carli, direttore della Banca Popolare Cooperativa, ha offerto per lo stesso motivo lire 50. Il signor Domenico Pittini ha offerto una damigiana di vino. Il dopolavorista fabbro Luigi Tolazzi lire 20 per un dopolavorista povero, oltre al prestare la sua opera gratuita di suonatore e alla perdita di alcune giornate di lavoro. Esempio questo che va messo all’ordine del giorno. Ma non possiamo tacere, senza ricorrere alle sviolinature “vecchio stile”, l’opera instancabile che presta l’ing. cav. Renato Raffaelli per tenere alto il buon nome di Gemona. E non va taciuto il nome del dopolavorista delegato della pesca di beneficenza sig. Antonio Tessitori, il quale con l’organizzazione della pesca, che ha fruttato quasi 4.000 lire nette, ha cooperato a dare un bel taglio alle passività del Dopolavoro.

IL GIORNALE DEL FRIULI 21/6/1931

La partenza del Dopolavoro per Padova

Nelle prime ore mattutine cori e gruppi folcloristici del nostro Dopolavoro “Pro Glemona” sono partiti con le autocorriere per Padova, dove questa nostra istituzione saprà strappare una nuova affermazione: così lo vuole il popolo gemonese e la tradizione che vanta Gemona sempre ai primi posti qualsiasi sia la prova da dare. Alla fiera campionaria padovana il Dopolavoro segnalerà al cosmopolito pubblico l’avvenimento friulano del settembre 1931: la mostra artistico agricola industriale di Gemona. Sarà dunque il Dopolavoro un buon ambasciatore ed in questo anno si parrà la nobiltade di Gemona.

IL GIORNALE DEL FRIULI 23/6/1931

Il successo del gruppo folcloristico al raduno di Padova

Il gruppo folcloristico dell’OND Pro Glemona ha colto al raduno di Padova un nuovo alloro entusiasmando una immensa moltitudine di spettatori che, nonostante la tropicale serata, s’erano dati convegno alla fiera. L’alto compiacimento espresso da S. E. Acerbo all’ing. cav. Renato Raffaelli, animatore del Dopolavoro, perché lo estenda a tutti i dopolavoristi ed in particolare all’inarrivabile sig. Giovanni Faleschini ed al prezioso maestro Vriz, in sintesi rappresenta l’entità del successo. Invero il brioso gruppo di oltre 60 dopolavoristi era il più completo con una efficace musica, un brioso corpo di ballo ed un robusto coro: i dirigenti del Dopolavoro capeggiati dal comm. Pancrazi hanno voluto che la Pro Glemona aprisse il corteo che interminabile si svolse attraverso le principali arterie di Padova. L’ingresso alla fiera ha subito segnato la viva simpatia per i friulani di certo anche per le brillanti affermazioni passate: fu così al loro apparire sulla ribalta sono stati accolti da un subisso di applausi. Fra la massima attenzione si è svolto il brillante programma predisposto, suscitando entusiasmo ed acclamazioni di simpatia con richieste di repliche imbarazzanti per la direzione dello spettacolo che doveva lottare contro il cronometro. Per l’insistenza generale i friulani hanno avuto l’onore di fare l’unico bis della serata e di ricevere il cordialissimo applauso di S. E. Acerbo e di tutte le autorità convenute allo spettacolo. Il coro ha impressionato per la limpidezza e superiorità trasfuse da una grazie e semplicità veramente simpatiche. La musica ha magistralmente suscitato entusiasmi con il suo programma in accompagnamento del coro e delle danze: i ballerini sono stati briosi e simpatici, perfetti nelle oramai famose danze friulane e gemonesi. Gli onori della serata sono toccati meritatamente ai due principali artefici del successo: m° Vriz e sig. G. Faleschini che alla testa del gruppo gemonese hanno continuato a suscitare entusiasmo fino all’alba. Ovunque il gruppo si recava era assediato di nuovi spettatori, che continuamente crescevano, la coda dei “tifosi” accompagnante i folcloristici nelle loro peregrinazioni. Particolarmente ammirata è stata la costante briosità mantenuta nei limiti di misura simpatici: di questo va fatto merito a tutti i partecipanti che si sono sentiti fieri di essere gli unici rappresentanti del Friuli ed in particolare dei dirigenti rag. Ursella, Gigi Sartori, Andrea Castellani e Mario Perissutti che infaticabilmente hanno provveduto perfettamente a tutto. Così da questo raduno patavino la nomea del Friuli ha aggiunto un altro alloro nel campo folcloristico per merito della vecchia Pro Glemona: il podestà cav. G. Stroili, il segretario politico U. Armellini e il console Liuzzi che ha fermamente voluto la partecipazione gemonese, possono essere fieri della loro iniziativa. Le tradizioni sono state mantenute, la nomea accresciuta tanto che il vice presidente del Dopolavoro provinciale di Vicenza ha espresso vivo desiderio di avere i gemonesi al raduno che sarà tenuto a fine agosto in quella città. I sostenitori del folclorismo gemonese hanno avuto così il miglior ringraziamento col successo riportato a Padova. Ci consta che il presidente dell’OND sig. Ugo Armellini radunerà in breve gli artefici del successo per una fraterna festicciola.

IL GIORNALE DEL FRIULI 28/6/1931

Echi della parata folcloristica

Riportiamo dal giornale “Il Veneto” di Padova, il seguente stralcio di un editoriale che si riferisce alla rappresentazione folcloristica di Gemona.

Ed eccoci a Gemona, al clou della interessante parata folcloristica: il gruppo più numeroso e più dinamico, accompagnato da una armoniosa orchestrina, violini, contrabbasso, trombe, fisarmonica. Il gruppo sfila in linea a coppie a passo di danza segnato da freschi motivi paesani; e sono ritmi e canti espressi con vero senso di arte. Commovente, tra gli ultimi, quello di Arturo Zardini “Stelutis alpinis”, appassionata rievocazione trinceristica, che sembra sintetizzare lo spirito generoso della fiera gente friulana. Che sa anche echeggiare con altre voci la giocondità e la affettuosità del suo spirito musicale con le canzoni del Garzoni e dello Zardini e con le suggestive villotte dov’è tanto amore alla terra nativa. Tutta l’intera esecuzione dei gemonesi fu seguita con speciale gradimento anche da S. E, il ministro Acerbo, che, reduce dal banchetto ufficiale e caduto in pieno e autentico folklore, si compiacque assistere presso la pedana e circondato dalle autorità civili e militari, allo svolgimento della esibizione friulana che richiamava forse al suo spirito le suggestive immagini paesane del suo Abruzzo lontano“. Questo apprezzamento del giornale padovano dimostra quanto abbia colpito tutti il nostro Dopolavoro.

IL GIORNALE DEL FRIULI 30/6/1931

Simposio del Dopolavoro dopo l’affermazione di Padova

Le masse corali e danzanti del locale Dopolavoro si riunirono domenica nel pomeriggio nella sala sociale degli Artieri e Operai, per festeggiare la indiscussa ed incomparabile affermazione avuta a Padova, nel raduno dei Dopolavori dell’Italia settentrionale. Questi nostri autentici lavoratori che tengono tanto alto il prestigio di Gemona fuori dei confini regionali erano raggianti di gioia ed i loro cuori palpitavano con i nostri forte forte, per aver innalzato ancora più il nome di Gemona nelle liete ed educative competizioni dopolavoristiche. Era presente tutto il Dopolavoro al completo con il presidente e segretario politico sig. Ugo Armellini, il vice presidente ing. cav. Renato Raffaelli, i dirigenti le varie sezioni dopolavoristiche: sig. Antonio Tessitori, prof. Giuseppe Barazzutti, rag. Ursella, sig. Elio Armellini, sig. Luigi Vriz, sig. Amilcare Zumino, geom. Gino Dosi, sig. Andrea Castellani, sig. Luigi Sartori, sig. Francesco Bonitti e con essi il presidente della Società Operaia di M. S. (Mutuo Soccorso) e Istruzione sig. Giacomo Falomo e numerose altre autorità del paese. Il presidente del Dopolavoro sig. Armellini, nella sua veste anche di segretario politico, prese la parola e disse quanto onore abbia arrecato a Gemona il Dopolavoro, nella sua grande affermazione avuta a Padova, merito precipuo degli artigiani e operai che si sono adoperati entusiasticamente nelle loro relative mansioni e merito dei dirigenti che addita all’ammirazione cittadina: ing. cav. Raffaelli, maestro Vriz, sig. Antonio Tessitori, sig. Giovanni Faleschini. Brindò al progresso e alle future affermazioni del Dopolavoro, auspicando perenne l’affiatamento fraterno, la collaborazione, per riuscire in tutto per il buon nome di Gemona e dei gemonesi. In riconoscimento dell’opera prestata vengono offerti due doni; al direttore dei cori maestro Vriz e al direttore e animatore delle danze friulane sig. Giovanni Faleschini, a tutti i dopolavoristi viene offerta una bicchierata con biscotti. Il simposio si chiude con gli applauditi cori e con le danze, al suono della fisarmonica suonata dall’insuperabile gemonese sig. Luigi Siega.

LA PATRIA DEL FRIULI 3/6/1931

I pellegrinaggi per il centenario Antoniano

Sono già iniziati i pellegrinaggi al santuario di Sant’Antonio. Domenica scorsa sono venuti su tre autocorriere un centinaio circa di soci della Società Cattolica di Mutuo Soccorso della vostra città, che si recarono direttamente al santuario, dove il padre Filippo Scarpa, guardiano del convento, ha celebrato una solenne Messa accompagnata dall’organo e dal canto dei frati studenti ed ha poi tenuto ai pellegrini un discorso d’occasione. Essi, terminata la funzione, visitarono il duomo, il castello ed altri monumenti e si radunarono all’albergo “Centrale” per il pranzo. Nel pomeriggio assistettero nel santuario ad una breve funzione e poi visitarono la chiesa, la cella abitata dal Santo (ora cappella delle memorie antoniane). Altri pellegrinaggi: nella stessa domenica. alle 10, quello della parrocchia di Gemona, il quale partì dal duomo e procedette in ordinato imponente corteo fino al santuario, dove mons. Sclisizzo, nostro arciprete, celebrò la Messa e rivolse ai pellegrini un elevato discorso; lunedì il pellegrinaggio della parrocchia di Venzone diretto da quel parroco mons. Ribis. Ed i pellegrinaggi continueranno tutti questi giorni, senza contare i gruppi ed i pellegrini isolati.

LA PATRIA DEL FRIULI 10/6/1931

Una lettera di S. E. l’Arcivescovo per il centenario antoniano (in cronaca di Udine)

Per il centenario antoniano S. E. monsignor Arcivescovo ha diretto al popolo della città e della Diocesi una nobile lettera in cui fra l’altro dice che se tutto il mondo cattolico commemora il centenario di Sant’Antonio, noi friulani, noi udinesi vi siamo contenti in modo particolare. “La tradizione – continua la lettera del presule – riferisce diversi episodi del soggiorno di Sant’Antonio in Friuli. Così, ad esempio, si legge che, mentre attendeva alla costruzione del convento di Gemona, il Santo un giorno pregò un contadino, che di la passava con il carro, ad aiutarlo nel trasporto di certi mattoni. Il contadino si rifiutò dicendo che sul carro portava un morto, e faceva cenno ad un giovane, che giaceva addormentato sul carro. Era suo figlio. Dopo un po’ di tempo, il contadino lieto di essersela svignata, chiama e scuote il giovane, ma inutilmente, esso era davvero morto. Esterrefatto allora va in cerca del Santo e con lacrime e con preghiere lo scongiura a ridonargli il figlio. Il Santo si commuove e lo esaudisce, e quel contadino d’allora in poi volentieri si prestò per il santuario. Si narra ancora come, passando un giorno per Udine, egli si fermasse a predicare nel borgo di Treppo e che per meglio farsi udire salisse su uno di quegli alberi che ivi si trovavano vicino ad un pozzo (il pozzo ancora oggi esiste di fronte all’Istituto Renati). Mentre la gran massa degli accorsi lo ascoltava, alcuni forsennati gli lanciarono contro dei sassi e lo obbligarono a smettere ed a scendere. Se non che gli sciagurati si trovarono istantaneamente paralizzati nell’uso delle braccia. È ancora tradizione che, durante il giro apostolico nel Friuli, nel ritorno da Gemona a Padova, il Santo sia passato presso il castello di Pers ed ivi abbia predicato ad una grande moltitudine di popolani convenuti dai luoghi vicini e lontani, sulla collinetta di S. Eliseo. Sul luogo fino al 1918 si mostrava un pino, all’ombra del quale il Santo avrebbe parlato: il pino fu distrutto durante l’invasione. Ivi poi sorse una chiesetta detta di Sant’Antonio del pino. Nel convento di Gemona, prima che venisse distrutto dall’incendio del 1902, si mostrava una stanzetta dove era collocato un altarino: era detta camera di Sant’Antonio e sopra la porta era la leggenda: ‘Qui di Padova il Santo ebbe dimora / Ti prostra, o passeger, e il loco onora’. In un manoscritto dell’archivio dell’arcipretura di Gemona è registrato che nel 1818 fiorì il giglio secco che la statua del Santo, collocata nel santuario, portava in mano e che a questo seguirono altri prodigi. È certo che da allora la devozione al Santo e il concorso al santuario di Gemona andò aumentando in tutto il Friuli. Anche la città di Udine ebbe sempre in onore il Santo: il suo culto cominciò subito dopo la morte, prima nella chiesa di S. Francesco, poi in quella del Carmine dove si trasferirono i minori conventuali. Sono queste le notizie relative al soggiorno del Santo nel Friuli. Forse non tutti gli episodi richiamati reggono al vaglio di una severa critica. È però assioma che le leggende e le tradizioni popolari hanno sempre un fondo di verità: la realtà qui si avrebbe nel passaggio del Santo in mezzo a noi. Ciò basta perché noi, più degli altri, si debba associarsi alle feste che il mondo cattolico celebra quest’anno“. S. E. l’Arcivescovo chiude dicendo che egli non intende dettare programmi per la celebrazione centenaria che dovrà venire contraddistinta non tanto da esteriorità, quanto da predicazioni, comunioni, ecc. Consiglia poi pellegrinaggi al santuario di Gemona.

LA PATRIA DEL FRIULI 24/6/1931

L’entusiastico successo della “Pro Glemona” al raduno di Padova

Accolti in Padova con squisita cortesia dal commissario dell’Opera Nazionale Dopolavoro, comm. Pancrazio, e dagli altri dirigenti, i dopolavoristi gemonesi hanno trascorso una giornata di fraterno cameratismo suscitando ovunque entusiasmo e parole di ammirazione per la briosità del gruppo e per la perfetta compostezza in ogni sua manifestazione. Il buon nome friulano ed in particolare la notorietà del gruppo gemonese per i suoi successi riportati in precedenti raduni sono stati ottimi coefficienti che hanno determinata la più entusiastica accoglienza alla brigata intera. Gli onori della giornata sono meritatamente spettati al maestro Vriz ed all’inimitabile Giovanni Faleschini che hanno saputo conquistare la simpatia dell’enorme folla convenuta in un difficile ambiente canicolare. Il ministro S. E. Acerbo, nella sua breve presenza allo spettacolo, ha potuto ammirare il gruppo folcloristico gemonese mercé uno spostamento dei numeri di programma fulmineamente attuato dal console comm. Pancrazio per poter presentare Gemona. L’ingegnere Raffaelli, impareggiabile presidente di questa sezione, che accompagnava il gruppo gemonese, ha accolto l’ambito e meritato compiacimento di S. E. con l’incarico di estenderlo a tutti i dopolavoristi ed in particolare al brillantissimo G. Faleschini ed al valentissimo maestro Vriz. Per le entusiastiche acclamazioni della folla con la disperazione dei cronometristi incaricati dello svolgimento del programma in precedenza predisposto, fu dovuto concedere il bis alla nostalgica canzone friulana “Stelutis” che fu l’unica ripetizione della serata. La musica, il coro ed il ballo hanno dimostrato qualità e preparazione complete, trascinando all’entusiasmo folla e componenti: la musica è stata superba, il coro armonioso, il corpo da ballo briosissimo, formando così un complesso invidiato da tutti i dirigenti degli innumerevoli gruppi intervenuti. Ne è prova il vivissimo desiderio manifestato dal presidente del Dopolavoro provinciale di Vicenza di avere in quella città il gruppo gemonese per il raduno artistico alla fine del prossimo agosto. La cronaca della serata è stata proprio brillantissima: Gemona in testa all’interminabile corteo che ha sfilato per la città patavina, ha impressionato per numero, armonicità e compostezza del gruppo; quando si è presentato alla ribalta già il nome friulano echeggiava tra gli evviva ed ha avuto le massime acclamazioni alla fine di ogni numero con costanti richieste di ripetizione. La musica gemonese ha potuto dimostrare la propria cavalleria prestandosi anche a favore del gruppo di Pola nella successiva esibizione, nel mentre i folkloristici gemonesi facevano graziosa cornice al gruppo danzante. La permanenza alla fiera è stata chiusa con una briosissima bicchierata offerta dal proprietario della casa del vino, alla quale hanno partecipato anche numerosi patavini, tra costanti evviva al generoso Friuli ed al suo simpatico gruppo folkloristico. Nelle ore piccine al Pedrocchi, il gruppo ha raccolto gli ultimi applausi per l’addio voluto dare alla goliardica schiera patavina. Così il buon nome del Friuli è stato tenuto alto e la fama del gruppo gemonese accresciuta tra la folla cosmopolita convenuta alla sera. Dai folkloristi è stata particolarmente apprezzata la presenza allo spettacolo di un gruppo di signori gemonesi con alla testa il signor Giacomo Falomo, sempre primo in ogni posto ov’è in palio il buon nome di Gemona. Il successo di Padova costituisce il miglior ringraziamento ai generosi sostenitori gemonesi del gruppo folkloristico e la più bella promessa per i prossimi raduni. Ci consta che le autorità locali hanno espresso il desiderio di riunire tutti i folkloristi per festeggiare francescanamente, in fraterna riunione, il risultato di Padova.

Architetto Raimondo D’Aronco e il progetto del Santuario

Progetto nuovo Santuario di Sant’Antonio di Padova in Gemona arch. Raimondo D’Aronco – Cartolina e annullo filatelico realizzati dal Circolo Filatelico Numismatico Gemonese nel 2007

Le campane del Santuario